Il colesterolo: tutto quello che devi sapere


Sappiamo tutti che mantenere una buona forma fisica può contribuire in modo sostanziale ad evitare problemi e dolori alla schiena. 

Purtroppo fattori come lo stress e il lavoro   possono favorire una non corretta gestione alimentare a scapito non solo del sovrappeso e dei conseguenti disturbi muscolo-scheletrici ma anche dello stato di salute generale, in particolar modo del sistema cardio vascolare. 

In questo articolo, il Dott. Mattia Lattuada, biologo nutrizionista e collaboratore scientifico di SPINAL CARE, affronterà in modo chiaro e approfondito il ruolo che il colesterolo ha nel nostro corpo, abbattendo anche falsi stereotipi ad esso attribuiti.


COS'E'?

Il colesterolo (figura A) è una molecola appartenente alla famiglia dei lipidi (più comunemente chiamati grassi). 

In particolare esso fa parte degli steroli, un gruppo di molecole lipidiche la cui caratteristica comune è da ricercare nella struttura. 

Queste molecole infatti presentano un nucleo steroideo che ne determina una certa "rigidità" (figura B).


QUALI FUNZIONI SVOLGE?

Il colesterolo è il principale sterolo dei tessuti animali (non è presente nei vegetali) dove svolge diverse funzioni fondamentali: 

- è uno dei componenti delle membrane cellulari, in cui il ruolo è quello d regolarne la fluidità (grazie alla rigidità strutturale sopracitata).

- È precursore di diverse molecole con specifiche attività biologiche come gli ormoni steroidei e sessuali.  

- È utilizzato per la produzione dei sali biliari, la cui funzione è di garantire la corretta digestione dei lipidi introdotti attraverso l'alimentazione. 

- È precursore della vitamina D

Dalle funzioni che esso svolge risulta quindi evidente l'importanza di questa molecola, spesso associata unicamente al rischio di patologie cardiovascolari.

Il colesterolo non è una molecola essenziale (che occorre introdurre necessariamente attraverso l'alimentazione) in quanto tutte le cellule sono in grado di produrlo partendo da precursori semplici (l'Acetil-CoA, molecola fondamentale nel metabolismo degli esseri viventi) attraverso una complessa serie di reazioni biochimiche suddivisibili principalmente in quattro tappe.


COLESTEROLO ENDOGENO E COLESTEROLO ESOGENO

È importante evidenziare che la maggior parte del colesterolo (circa l'80%) presente nel nostro corpo è di natura endogena (prodotto dalle nostre cellule). La produzione può arrivare ad oltre 1 grammo al giorno

Il colesterolo esogeno invece, quello introdotto attraverso l'alimentazione è circa 200-500 mg (10-20%). 

Già da questi dati si evince quindi quanto poco l'alimentazione possa influenzare i livelli di colesterolo, infatti anche eliminando i cibi contenenti alti livelli di colesterolo si potrà incidere al massimo per il 20% sulla diminuzione del colesterolo in circolo, senza contare che la quantità di colesterolo che il nostro intestino è in grado di assorbire è di 1 grammo

Inoltre occorre sottolineare che nei mammiferi la produzione di colesterolo viene regolata dalla sua stessa concentrazione intracellulare (oltre che dalla disponibilità di ATP, insulina e glucagone). 

Di conseguenza un'eventuale riduzione del colesterolo esogeno (alimentare) si traduce in un aumento della sintesi del colesterolo endogeno. 

Nel nostro organismo le principali sedi di sintesi sono il fegato, l'intestino (ma anche surreni e altri organi). 

La maggior parte del colesterolo prodotto a livello epatico viene impiegato per la produzione degli acidi biliari e colesterolo biliare i quali vengono impiegati a livello intestinale per emulsionare i lipidi introdotti attraverso l'alimentazione rendendoli più accessibili alle lipasi (enzimi coinvolti nella digestione dei grassi).


LE LIPOPROTEINE PLASMATICHE

Come tutti i lipidi il colesterolo è una molecola essenzialmente idrofobica (insolubile in acqua) di conseguenza il suo trasporto dalle sedi di sintesi ai tessuti in cui svolgerà le sue attività avviene per mezzo di aggregati macromolecolari che prendono il nome di lipoproteine plasmatiche

Le lipoproteine sono costituite da specifiche proteine trasportatrici chiamate apolipoproteine alle quali sono associati in proporzione diversa colesterolo, trigliceridi e fosfolipidi (figura C).

In base alla loro composizione e alla conseguente differente densità le lipoproteine possono essere classificate in: 

- Chilomicroni: sono le meno dense, essi sono costituiti principalmente da trigliceridi derivati dall'alimentazione. 

- VLDL (lipoproteine a densità molto bassa) trasportate dal fegato al muscolo e al tessuto adiposo dove rilasciano gli acidi grassi dei trigliceridi trasportati. 

- LDL (lipoproteine a densità bassa). 

- HDL (lipoproteine a densità alta). 

Le ultime due sono le più conosciute semplicisticamente come colesterolo "cattivo" (LDL) e colesterolo "buono" (HDL), tuttavia questa classificazione è fuorviante, in quanto il colesterolo è sempre lo stesso dal punto di vista biochimico (la molecola non cambia, tant'è che sempre colesterolo si chiama) ciò che differenzia le LDL dalle HDL è la diversa composizione del rivestimento esterno (apolipoproteine e un diverso contenuto di trigliceridi ecc.) e non tanto quindi un diverso tipo di colesterolo (buono o cattivo).


IL COLESTEROLO E LE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI

Le lipoproteine a bassa densità (LDL) sono molto ricche di colesteroloesteri del colesterolo

Esse trasportano colesterolo dal fegato ai tessuti periferici che possiedono specifici recettori per le LDL i quali consentono l'internalizzazione del colesterolo trasportato dalle lipoproteine nelle cellule. 

In condizioni fisiologiche le LDL non utilizzate dai tessuti fanno ritorno al fegato, dove verranno riassorbite dagli epatociti, i quali utilizzeranno il colesterolo per la produzione di acidi biliari o per incorporarlo nelle membrane. 

L'etichettatura di "colesterolo cattivo" di queste lipoproteine è dovuta al fatto che in determinate condizioni esse possono aderire all'endotelio delle arterie aumentando l'infiammazione e dando il via al processo che porterà alla formazione della placca aterosclerotica

In particolare questo accade quando la somma di colesterolo sintetizzato e di quello ottenuto tramite la dieta supera la quantità necessaria alla sintesi delle membrane e dei sali biliari causando quindi l'accumulo patologico di colesterolo. 

A causa dello stato infiammatorio vengono richiamati nelle regioni in cui sono presenti questi accumuli di LDL i monociti (cellule del sistema immunitario) che si differenziano in macrofagi in grado di internalizzare le LDL e il colesterolo che esse contengono. 

Tuttavia i macrofagi non limitano l'assunzione di steroli, di conseguenza un aumento di colesterolo e esteri del colesterolo circolanti trasformano queste cellule in cellule schiumose

Il progressivo accumulo di colesterolo all'interno di queste cellule ne causa l'apoptosi (morte cellulare programmata) favorendo la formazione della placca aterosclerotica

La conseguente ostruzione del lume del vaso (dovuta all'aumento delle dimensioni della placca) o l'eventuale rottura della placca (che porta alla formazione di trombi) sono causa di ictus o infarti, i quali rappresentano tutt'oggi la principale causa di mortalità. 

Vi è una condizione patologica ereditaria chiamata ipercolesterolemia familiare in cui gli individui affetti hanno delle mutazioni a carico del recettore per le LDL. 

Tali mutazioni impediscono la normale assunzione delle LDL da parte del fegato e dei tessuti periferici, i quali percepiranno questa condizione come una situazione di carenza che tenteranno di compensare attivando la sintesi del colesterolo. 

Tutto ciò comporterà il progressivo aumento della concentrazione di queste lipoproteine nel sangue e l'instaurarsi del meccanismo che porterà alla formazione della placca arterosclerotica. 

Le lipoproteine ad alta densità (HDL) invece hanno origine nel fegato e nell'intestino, esse possono rimuovere il colesterolo dalle arterie per poi riportarlo al fegato, fungendo così da "spazzine" evitandone un accumulo attraverso il trasporto inverso. 

Le HDL impoverite (con basso contenuto di colesterolo) infatti sono in grado di assumere il colesterolo conservato all'interno dei tessuti extraepatici (cellule schiumose comprese) trasportandolo successivamente al fegato. 

Il trasporto inverso del colesterolo operato dalle HDL contrasta la formazione di placche e l'insorgenza dell'aterosclerosi. 

Quindi è auspicabile avere alti livelli di HDL al fine di mantenere "pulite" le arterie, impedendo il deposito del colesterolo e la conseguente formazione della placca. 

È noto infatti che non esistendo vie metaboliche che degradino il colesterolo, il suo smaltimento dipenderà unicamente dal suo ritorno al fegato attraverso le HDL e dalla successiva escrezione nell'intestino mediante la bile.


QUANDO IL COLESTEROLO E' ALTO? COME EFFETTUARE UNA DIAGNOSI? 

Dato che la presenza di colesterolo alto è asintomatico l'unico modo per effettuare una diagnosi di ipercolesterolemia è quello di sottoporsi a un esame del sangue. In questo modo sarà possibile dosare i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL e colesterolo HDL

I valori sono espressi in milligrammi per decilitro (mg/dL) Valori maggiori di 240 mg/dL di colesterolo totale sono considerati alti e associati a rischio cardiovascolare. 

Tuttavia dopo aver fatto un po più di chiarezza su questa molecola dovrebbe risultare evidente che analisi del sangue che presentino un valore alto del colesterolo totale non devono mettere in allarme, in quanto il colesterolo totale come visto, si divide in chilomicroni, VLDL, LDL, HDL. 

Di particolare importanza è lo studio Framingham, il quale ha evidenziato come si manifestino cardiopatie sia in soggetti con 150 e 300 mg/dl di colesterolo totale. Inoltre per alcuni individui come gli sportivi valori di colesterolo totale alti sono normali. 


L'INDICE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Pertanto al fine di avere una miglior comprensione della situazione occorre considerare il rapporto tra colesterolo totale e HDL, ovvero l'indice di rischio cardiovascolare

Questo rapporto infatti è un marcatore di rischio più attendibile rispetto al conteggio delle sole LDL e del colesterolo totale 

Indice di Rischio (IR) = (Colesterolo Totale)/(Colesterolo HDL) 

Valori inferiori a 5 nell'uomo e 4,5 nella donna indicano uno scarso rischio di cardiopatie. Infatti i livelli di HDL sono sufficientemente elevati al fine di garantire una corretta "pulizia" dal colesterolo in eccesso.


COME CONTRASTARE IL COLESTEROLO ALTO?

Occorre quindi favorire l'innalzamento delle HDL, anche se in realtà da ultimi dati si evidenzia che non sempre un aumento del colesterolo "buono" riduca il rischio di patologie cardiovascolari

Inoltre nel valutare il rischio nello sviluppare patologie cardiovascolari occorre tener conto anche di altri fattori come l'obesità, la sedentarietà, il fumo e il consumo di alcol, e la presenza di una condizione di ipertensione

Senza tener conto dello stress (che causa una produzione eccessiva di adrenalina e cortisolo alterando il metabolismo epatico del colesterolo) e altre condizioni patologiche come il diabete (patologia sempre più diffusa) e disfunzioni tiroidee

È quindi riduttivo indicare il colesterolo come unico ed esclusivo responsabile dell'insorgenza di patologie cardiovascolari. 

Ovviamente tutto ciò implica che siano presenti altri marker molecolari (non solo il colesterolo appunto) predittivi del rischio, come la PCR (proteina C-reattiva, prodotta dal fegato in presenza di uno stato infiammatorio) e l'omocisteina, per i quali è possibile effettuare un dosaggio attraverso analisi del sangue. 

Al fine aumentare quella delle HDL possiamo intervenire in primo luogo con l'attività fisica, la quale dovrà essere di tipo aerobico (come la corsa) e soprattutto frequente. 

All'attività fisica occorrerà associare ovviamente una dieta equilibrata, volta al mantenimento di una condizione di normopeso che non preveda un introito calorico eccessivo, ma che sia basata sul consumo di frutta e verdura e alimenti ricchi di antiossidanti (come vit. E, omega 3) e di fibre, riducendo l'apporto di acidi grassi saturi (che contrariamente a quanto si crede non sono esclusivamente di origine animale) e anche di glucidi in quanto un aumento della risposta insulinica può stimolare l'eccessiva produzione di colesterolo endogeno (oltre che sfociare in una condizione di insulino resistenza e quindi di diabete). 

Concludendo vorrei ricordare che non esistono alimenti dalle proprietà miracolose in grado di abbassare significativamente i livelli di colesterolo (questo non vale solo per questa condizione ma per tutte le condizioni patologiche) e che integratori come yogurt, tè verde ecc. possono avere solo effetti minimi sulla colesterolemia.


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Principi di biochimica di Lehninger Ed. Zanichelli 

Dietetica e nutrizione Pensiero scientifico editore 

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